Serve davvero fare affiancamento nelle strutture sanitarie? Il nostro medico volontario Marinella Pettener ci racconta la sua esperienza a Sabou, presso il Centro medico Maximilian Kolbe, dove ha prestato servizio dal 23 febbraio al 2 marzo 2014.
“Al centro medico Kolbe di Sabou, gestito da frati francescani, abbiamo consegnato materiale dentistico e farmaci antiinfiammatori/antidolorifici richiesti dal responsabile, oltre a sfigmomanometri, fonendoscopi, pilette, disinfettanti, materiale per medicazioni, guanti monouso. L’affiancamento e la visita medica degli ospedalizzati con gli infermieri è piuttosto utile: sono molto curiosi, fanno domande su terapia fuori dai protocolli, diagnostica ed esami di laboratorio.
L’afflusso al centro, rispetto agli scorsi anni, è aumentato parecchio, e anche le disponibilità economiche degli utenti, complice una buona annata per raccolti e bestiame, sembra incrementata. Sabou inoltre si sta espandendo demograficamente e ci sono molte nuove costruzioni. La struttura è dotata di farmacia, dove si trovano farmaci generici e specialità. I farmaci in loco costano molto meno che in Italia, perciò merita portare ciò che ci richiedono perché o non si trova o i costi sono superiori ai nostri.
Il laboratorio lavora ogni mattina da lunedì a venerdì, ma gli esami che si possono eseguire sono limitati. Altri esami di routine vengono effettuati presso l’Ospedale di Koudougou. Lo studio dentistico lavora un giorno per settimana, normalmente il sabato.
Grazie a un contributo di solidarietà è stato costruito il padiglione maternità, struttura molto moderna, dotato di sala parto, sala travaglio, degenze e piccola sala operatoria per le urgenze, ma purtroppo la struttura non è funzionante per mancanza di ostetrica responsabile. Il Governo si è impegnato ad inviare il personale specializzato, ma ancora non è previsto l’arrivo.
Il Cren funziona bene, anche se con le limitazioni legate ai protocolli terapeutici (troppi farmaci e troppi antibiotici). E’ disponibile sia il latte F75 che il latte F100. Nei casi necessari viene fornito il latte in polvere prima età, (gratuito per gli orfani ed i bimbi abbandonati) e il personale istruisce le mamme all’uso ed alle diluizioni corrette. Non viene usato il biberon non per i costi ma per resistenze culturali, pertanto anche neonati di pochi giorni vengono alimentati con il cucchiaino".
Marinella Pettener - medico nefrologo