Essere insegnante in Burkina Faso significa ricoprire un ruolo molto autorevole e rispettato dalla comunità. Fino a poco tempo fa solo gli uomini intraprendevano questa impegnativa carriera, oggi sono sempre di più le donne docenti anche in Burkina Faso. L’istruzione liceale è alla portata di pochi, soprattutto nei villaggi lontani dalla capitale, perciò per la famiglia di origine si tratta di un vero e proprio investimento. Spesso è più facile poter studiare se si è già sposati, in accordo con il proprio coniuge.
Una volta “abilitati”, i docenti vengono inseriti nelle scuole più periferiche e svantaggiate. Tutta la “gavetta” si svolge dovendosi trasferire ogni anno di villaggio in villaggio, solo a fine carriera si può ambire a una stabilizzazione, magari in un centro cittadino. La comunità provvede alla sistemazione dell’insegnante fornendogli un alloggio e portandogli grande rispetto.
Ogni docente può trovarsi a dover gestire fino a cento studenti in un’unica aula, magari appartenenti a due diverse classi: mente un gruppo ascolta la lezione, l’altro fa gli esercizi in autonomia, per poi invertire i ruoli. Spesso per sfruttare appieno gli spazi scolastici le lezioni vengono organizzate in due turni, così alcuni ragazzi frequentano la scuola di pomeriggio.
La lingua ufficiale del Burkina Faso è il francese, ma gli idiomi parlati sono 67, perciò già distanza di 10-20 km la lingua cambia. L’insegnante spostato da una scuola all’altra deve quindi trovare oil modo di farsi capire dai ragazzi ancor prima di svolgere le lezioni del programma scolastico.
In alcuni villaggi qualche adulto istruito organizza una sorta di “scolarizzazione” autonoma: laddove lo Stato non riesce a realizzare scuole e inviare insegnanti, i più istruiti della comunità cercano di rimediare organizzando lezioni quotidiane per bambini e ragazzi e salvarli così dall’analfabetismo (che nei villaggi supera il 60 per cento). Lo Stato, per quanto nelle sue possibilità, tende a premiare queste aggregazioni spontanee dando la priorità proprio a questi villaggi nel programma di progressivo ampliamento della scolarizzazione.
MK ringrazia Jeanette Kuela per i suoi racconti sulla vita in BF